Presidente: Antonio Rovea
via Toscanini 33/A - 35010 Gazzo Padovano
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Gazzo Padovano
Il nome di Gazzo deriva, probabilmente, da una parola di origine longobarda che significa bosco. Ancor oggi nello stemma del Comune, al centro, è collocato un albero, mentre alcuni decenni fa c’era anche disegnato un cacciatore, come chiaro riferimento alla numerosa fauna che il territorio boscoso possedeva.
Il primo documento che parla di Gazzo risale al 1187, quando si iniziò a disboscare la località ed il vescovo di Vicenza Pistore investì Guido Alberti di Montorso di possedimenti che “giaciono nel bosco di Gazo”.
Nel Medioevo il territorio fu teatro di lotte tra Sigismondo d’Ungheria con i Carraresi di Venezia, poi la posizione decentrata del paese lo favorì, esimendolo dall’essere passaggio di eserciti o teatro di battaglie. Continuò l’opera di disboscamento, tanto che nel XIX secolo il paesaggio era cambiato comoletamente diventando quasi paludoso. All’epoca dell’Unione del Veneto all’Italia, Gazzo era celebre per le proprie risaie e molte erano di proprietà della nobile famiglia veneta Diedo. Le abitazioni per la maggior parte erano costituite da casoni dal tetto di paglia. Le condizioni degli abitanti erano dure e precarie: vivevano in un territorio pianeggiante con canali e fossi (Ceresone, Riello, Moneghina, Puina, Armedola, Geda), dove le scarse colture erano rappresentate da riso, foraggi, granturco, uva e da una stentata bachicoltura. Forse l’unica risorsa era l’allevamento bovino.
Gazzo, con Grantorto e Carmignano di Brenta, era appartenuto alla Provincia di Vicenza finoal 1853, quando venne aggregato prima a Cittadella e poco dopo a Padova. Il territorio del Comune, che oggi conta circa 3600 abitanti, comprende, oltre al capoluogo, quattro frazioni: Grossa, Villalta, Gaianigo e Grantortino.