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Interrogazione CAUSIN, TOFFANIN. Al Ministro dell'interno

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Premesso che:
le Pro Loco sono associazioni di volontariato senza scopo di lucro che perseguono finalità di promozione e valorizzazione del territorio e delle risorse naturali, artistiche, ambientali e storiche, tutela delle tradizioni locali; esse rappresentano un punto di riferimento sia per gli abitanti sia per i visitatori di una località e a tal fine, promuovono e organizzano manifestazioni in ambito turistico culturale, storico-ambientale, folcloristico, gastronomico, sportivo;

 

come evidenziato nel Protocollo d'intesa per la individuazione di azioni comuni volte a migliorare la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale e la promozione turistica dei territori italiani, tra il Ministero dei beni culturali e l'Associazione UNPLI, "le associazioni Pro Loco sono organismi di natura privatistica che, senza finalità di lucro, svolgono attività di promozione e valorizzazione del territorio e di utilità sociale, riconosciute sia dal livello di governo nazionale, come in particolare dall'art.56 (Conferenza nazionale del turismo) del d.lgs n.79/2011 sia dalla legislazione regionale istitutiva dei relativi albi";

con la circolare n. 555/OP/0001991 del 7 giugno 2017 - recante "Manifestazioni pubbliche. Indicazioni di carattere tecnico in merito a misure di "Safety" -, modificata dalla successiva circolare n. 11464 del 19 giugno 2017, il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno ha emanato disposizioni dirette prevalentemente alle forze dell’ordine, nelle quali sono state fornite indicazioni in merito ai dispositivi e alle misure da porre in essere in occasione di manifestazioni pubbliche, indicando le condizioni di "safety" - intesa come l'insieme delle misure di sicurezza preventiva, attinenti a dispositivi e misure strutturali a salvaguardia dell'incolumità delle persone - e "security" - che riguarda i servizi di ordine e sicurezza pubblica "sul campo";

la circolare del 19 giugno ha chiarito in particolare il ruolo dei Comuni ai quali spetta attivare tutte le verifiche preliminari per evitare il sovraffollamento ed effettuare una valutazione complessiva dei rischi; le operazioni descritte dalle due circolari devono essere compiute dagli organizzatori dell'evento e dalle forze dell'ordine;

con la direttiva n. 11001/110 (10) Uff. II - Ord. Sic. pub del 28 luglio 2017, inviata ai prefetti dal capo di gabinetto del Ministero dell'interno, sono stati indicati i Modelli organizzativi per garantire alti livelli di sicurezza in occasione di manifestazioni pubbliche;

riguardo all'aspetto procedurale, la direttiva opera una distinzione tra le riunioni e le manifestazioni in luogo pubblico di cui all’art. 18 T.U.L.P.S., che comportano in
capo agli organizzatori un semplice onere di preavviso al Questore, e le manifestazioni di pubblico spettacolo, che sono, per converso, soggette a un regime autorizzatorio;

pur condividendo le finalità delle due circolari, volte a garantire la massima sicurezza allo svolgimento di pubbliche manifestazioni in modo da ridurre al minimo i potenziali rischi per i cittadini, occorre sottolineare che le misure in esse contenute stanno creando enormi disagi organizzativi alle Pro Loco e alle associazioni di volontariato;

le Pro Loco in Italia iscritte Unione Nazionale Pro Loco d’Italia (UNPLI), sono 6200 e contano 600.000 soci. Di queste, 535 si trovano nella Regione Veneto, con 58.835 soci, 1.160.000 volontari, 43 consorzi e 7 comitati provinciali;

in Veneto un residente su 4 è impegnato gratuitamente a sostegno di chi è nel bisogno, in progetti di servizio, o a favore del proprio territorio, valorizzandone tradizioni ed economia rurale ed artigianale;

il numero delle Pro Loco esistenti in Italia negli ultimi anni è aumentato in modo considerevole, confermandosi un modello in grado di soddisfare la crescente volontà di operare direttamente a livello locale a favore della società;

tale caratteristica ha fatto assumere alle Pro Loco una connotazione particolare di forte radicamento sul territorio che ha indotto diverse regioni ad elaborare una normativa specifica finalizzata a renderle strumenti di preziosa collaborazione con gli Enti territoriali e i comuni nell’ambito turistico;

negli ultimi anni, la burocrazia ha messo a dura prova le suddette associazioni, a causa delle crescenti responsabilità e del proliferare di nuovi costi, con pesanti disagi per i volontari che si sentono ingiustamente sopraffatti;

la situazione descritta rischia di portare alla chiusura delle associazioni e di molte loro attività con un danno irrimediabile alla vita sociale dei territori nei quali operano,

gli Interroganti chiedono di sapere:
se il Ministro in indirizzo ritenga di assumere iniziative volte a rivedere le disposizioni emanate e a definire regole più snelle che tutelino i numerosi volontari impegnati nelle Pro Loco presenti sull'intero territorio nazionale, per consentire a tali associazioni di continuare a perseguire le finalità di promozione sociale, di valorizzazione delle realtà e delle potenzialità naturalistiche, culturali, storiche, turistiche ed enogastronomiche delle località su cui insistono, come riconosciuto anche dal protocollo d'intesa citato in premessa..

 
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